Abbiamo scritto, la scorsa settimana, che la ragione dei tempi difficili è la mancanza di chiarezza di orientamento e di metodo. Gli uomini non sanno perché son venuti al mondo, cosa ci son venuti a fare e dove vanno.
La chiesa ha la sua risposta, che , ovviamente, non è sua ma di Dio stesso di cui è sacramento e portavoce.
Il piano dell’umanità, il progetto che deve realizzare è il Vangelo. Lo chiediamo ogni giorno al Signore “Sia fatta la Tua volontà come in cielo e così in terra”. Il cielo, il Regno di Dio è il progetto che Dio aveva quando ha creato il mondo, quando ha voluto l’uomo. Lentamente questo progetto si sta realizzando. Soltanto il 19% degli uomini credono in Cristo, la chiesa è ancora bambina, ha soltanto duemila anni e ne ha di strada da fare per cambiare il mondo ma ci arriverà. Lascia dietro di se tutte le ideologie e i progetti dell’uomo che Dio “disperde nei pensieri del loro cuore” e procede attraverso la storia con fatica ma con la sicurezza di chi sa cosa fare e dove arrivare. Il piano è chiaro: il tempo che Dio concede dalla creazione del mondo al Suo ritorno è per cambiare il mondo attraverso il cambiamento del cuore dell’uomo. Se il piano è questo anche il modo per realizzarlo è altrettanto chiaro: la santità. Il Concilio Vaticano II lo ha detto: “ E’ evidente per tutti, che coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità e che tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano” (L.G.40)
La tesi della santità come promozione umana ha trovato difficoltà nel pensiero della laicizzazione e nella secolarizzazione. Non è facile accettarla, anche se è difficile negare che “ci vorrebbero dei santi”, e anche i politici dovrebbero essere dei santi; cioè persone intelligenti, integre e onestissime per contribuire a mandare avanti il mondo, aiutare la società a migliorarsi e gli uomini a star meglio.
Purtroppo la tradizione cristiana della santità come stato di vita sembra più interessata ad altro genere di vita anziché a migliorare il mondo anche se non sono mancati santi, e sono molti, che hanno contribuito a far crescere l’umanità in maniera determinante, basti pensare al monachesimo e ai santi impegnati nel mondo dell’educazione, don Bosco, e a tutti i missionari che hanno portato civiltà e cultura. Senza dimenticare tutte le forme di “santità anonima” , quella di tante persone che attraverso una onestà di vita fino all’eroismo , pur non essendo collegate a nessuna chiesa ufficiale, diffondono il bene e fanno crescere l’umanità nella direzione giusta.
Il mondo può essere migliorato, deve essere migliorato e può avvenire creando “la civiltà dell’amore” che fa del mondo e della storia una parabola del Regno di Dio.