Entriamo nella Pasqua

Lasciandoci guidare dal Vangelo entriamo nella Pasqua passando attraverso l’unzione di Betania e cercando di penetrare il dramma interiore di Giuda. “Allora uno dei dodici che stava per tradirlo disse: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?” Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che ci mettevano dentro. Gesù allora disse: “Lasciala fare perchè essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me.”(Gv 12, 4.7)

Giuda non comprende il gesto di Maria di Betania. Quello che dice è giusto ma il suo cuore è falso. Il demonio ha messo nel suo cuore una falsa filantropia mista ad avarizia con una certa antipatia. Gesù ascolta la critica senza rispondere, aspetta il momento opportuno per smascherarlo però non coglie l’occasione per attaccare Giuda che si presenta con l’aureola di difensore dei poveri. Maria percepisce che Gesù ha apprezzato il suo gesto.

Giuda si conferma nella sua decisione e va dai sacerdoti a vendere Gesù.
Questo è uno degli echi più dolorosi della passione: il tradimento dei suoi.
Come è possibile che uno dei dodici tradisca? All’inizio sicuramente Giuda seguì Gesù con entusiasmo, attratto dalla sua persona. Poi incontrò un Messia diverso dal modo umano di pensare. Gesù lo aveva detto “Beato chi non si scandalizza di me”. Per il suo dramma interiore Giuda si sta distaccando da Gesù, confermandosi nel suo dubbio riguardo a Lui. Si produce un distacco fino a crederlo un impostore tanto che metterlo nelle mani dei nemici poteva essere una cosa giusta e valida.
Doveva avere una capacità straordinaria di serenità e di equilibrio da non farsi accorgere di niente dai suoi compagni. Gesù che conosceva i cuori doveva soffrire immensamente per la presenza continua di chi stava criticando i suoi fatti e le sue parole. Gesù non lo violenta, ha pazienza. Si potrebbe dire di lui quello che dice l’Apocalisse “Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza. Ho da rimproverarti di aver abbandonato il tuo primo amore” (Ap 2,2) Giuda ha abbandonato l’amore e si è incamminato nel cammino della perdizione.

Nell’unzione di Betania c’è il momento della decisione. L’apparente amore per i poveri è un falso amore. Quando non si ha il vero amore si possono avere le scuse per un falso amore e certamente in Giuda non c’era un vero amore per Gesù Cristo. L’unzione di Betania e la resurrezione di Lazzaro lo confermano che Gesù è un impostore e matura la sua decisione. Gli stessi segni di Gesù, quando uno lo ha in antipatia,sono una buona ragione per diventare un nemico.
Entriamo nella celebrazione della Pasqua misurandoci sul dramma di Giuda: il suo falso amore per i poveri e il suo falso amore per Gesù.

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