COME EDUCARE LA COSCIENZA

Il sinodo rimanda alla coscienza come al luogo in cui Dio incontra la persona ma la coscienza va educata. Educare le coscienze è sempre stato l’impegno principale della chiesa anche se non è stato messo sempre al primo posto perché è più facile sostituirsi alla coscienza che educarla. Come educare la coscienza? Ci sono vari metodi, vorrei dire varie scuole, ne presenterò due, una adesso e una la prossima settimana.

“La revisione di vita” Sotto questo titolo va l’attività educativa fondamentale della JOC (gioventù operaia cattolica) ed è consigliabile farla in gruppo ma che ha un suo valore anche se fatta personalmente. Si svolge in tre momenti.

Vedere
Il primo momento è quello dell’oggettivazione, del reale, dell’esame serio della realtà da giudicare per agire in conseguenza. Non è un momento facile perché siamo sempre portati a vedere la realtà nella luce di quello che vogliamo fare. La realtà va afferrata nella sua verità perché “Dio è in fondo al reale non in cima all’ideale” dice Giovanni della Croce. Non vedere la realtà vuol dire essere illusi, inventarla, crearsela su misura e questo è un rischio da superare.

Giudicare
La realtà va giudicata in vista di una scelta. Per questo serve un criterio di giudizio che è la volontà di Dio che si manifesta con la parola e che Dio fa risuonare nella coscienza. E’ quindi il momento di ascoltare la propria coscienza. E’ qui che si rende utile il confronto con altri per non fraintendere la Parola di Dio o accomodarla a proprio uso e consumo ma rendere la propria coscienza da retta a vera. Conosco dei casi i cui questa revisione vien fatta in famiglia con eccellenti risultati

Agire
Il rilievo della realtà, il giudizio su di essa porta necessariamente all’azione, ma anche questa fase non è scontata perché si può decidere ma non agire per pigrizia o neghittosità. I militari mi hanno insegnato che dopo la decisone è necessario stabilire anche il momento in cui diventare operativi per realizzare la decisione e una volta diventati operativi agire fino in fondo senza lasciare a metà quello che abbiamo cominciato per non far la fine di quello di cui parla il vangelo che cominciò a costruire una torre ma non la portò a termine ma essere come Sant’Ignazio che “Nihil coepit facere quod non perfecit”, portò in fondo tutto quello che aveva cominciato.

Con questo modo si educa la coscienza. Provate ad immaginare se agissimo sempre così, responsabilmente, come cambierebbero le cose. Possiamo cominciare subito: Vedere, occhi aperti sulla realtà, giudicare, ascolto continuo della coscienza, essere operativi superando ogni forma di pigrizia,superando il “si è sempre fatto così” perché il mondo va avanti.

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