Papa Francesco ce lo ha chiesto espressamente e insistentemente di pregare per la Chiesa, pregare la Madonna col Rosario e raccomandarsi a San Michele Arcangelo. Lo abbiamo fatto per tutto il mese di ottobre e il Signore ci ha ascoltato ed esaudito. Si. Ci ha esaudito perché non c’è nessuna preghiera che non sia ascoltata dal Signore e, se è secondo lo spirito del “Padre Nostro”, che non sia anche esaudita. La preghiera è il dogma fondamentale di ogni fede e Gesù, il più grande uomo di preghiera, ci ha dato l’esempio.
Circa il fatto di essere stati sentiti da Dio non c’è dubbio ma quanto ad essere esauditi può sorgere qualche difficoltà a seconda di quello che abbiamo chiesto. Riferendosi al “momento difficile” della Chiesa abbiamo sicuramente pensato alla bufera che si è scatenata a seguito delle denunce per pedofilia che non hanno risparmiato nessuna categoria. Da diverso tempo si auspicava una riforma della Chiesa, i Papi ne hanno sottolineato la necessità e, a maniera loro si son dati da fare rivedendo le strutture, aspettando al varco vescovi e cardinali per far loro “romanzine” anche in pubblico come avviene quasi regolarmente quando vanno a farGli gli auguri di Natale. Credo però che il Signore sia stato molto più deciso ed efficace nel suo intervento: ha scoperchiato le pentole ed ha messo allo scoperto il peccato di tanti ministri della Chiesa a cominciare proprio da quelli che dovevano dare l’esempio perché impegnati nell’educazione dei ragazzi o addirittura dei futuri preti. Che vergogna! Soprattutto quando cardinali, vescovi e preti vengono dimessi non solo dal loro ruolo ma anche dallo stato clericale. Era stata invocata la “trasparenza” e la trasparenza è venuta. Francesco non ha fatto niente per nascondere o difendere colpevoli fino a lasciare perplessi la pubblicazione nei Siti Vaticani dei loro nomi con le relative pene inflitte. Credo che le scoperte di queste magagne siano tutt’altro che finite anche perché, sembra, che i vescovi stessi vadano a riesumare casi che ogni legge darebbe prescritti.
Ma allora perché preghiamo, perché abbiamo pregato, come Dio ci ha esaudito? La prova che ci ha esaudito è che la Chiesa maltrattata e sbeffeggiata resiste alle prove e resisterà. Resiste il Papa che è, diceva Ignazio d’Antiochia, come l’incudine sotto il martello, che resiste a tutti i colpi, e la preghiera della Chiesa, che Lui non si stanca di chiedere, lo sostiene ottenendo dal Signore quel supplemento di forza necessaria in questi momenti. La chiesa continua a camminare e da prova di vivacità e di giovinezza come durante il Sinodo per i giovani ha dimostrato. La Chiesa continua a convivere con la Croce, anzi a vivere sulla Croce con la certezza della Resurrezione.
Continueremo a pregare perché la prova di purificazione a cui è sottoposta la renda come Gesù la vuole “senza ruga ne macchia, santa e immacolata” e che accettando la sua povertà e amando anche i suoi figli che ne hanno deturpato il volto, non perda pezzi con divisioni di coloro che si sentono più buoni degli altri.
E’ innegabile però che mentre Dio si serve anche di coloro che non amano la Chiesa per purificarla, il Signore non li tratterà da benefattori, anzi a loro tempo avranno quel che si meritano coloro che non sono vissuti nell’amore ma , nonostante la pretesa di far del bene, hanno seminato zizzania.
Per la Chiesa i tempi son sempre difficili, siamo sempre pellegrini nel deserto in vista della terra promessa, per questo continuiamo a pregare con la certezza di essergli utili.