Durante questo tempo di pandemia in cui si riduce tutto all’essenziale fino a pensar di poter fare a meno della Messa domenicale, con la giustificazione di pastori che anziché lamentarne la mancanza e confortare i fedeli ritengono, bontà loro, che sentire la mancanza della messa domenicale è “segno di fede, ma non riuscire a farne a meno non è segno di fede matura”, credo sia opportuno riascoltare la testimonianza dei nostri fratelli che per partecipare alla Messa domenicale hanno affrontato il martirio.
Negli “Atti dei martiri” abbiamo l’impressionante narrazione dell’interrogatorio subito da Saturnino, Dativo e altri nella colonia di Abitina in Africa, durante la persecuzione di Diocleziano (304) che li condusse al martirio. Arrestati perché celebravano il “dominicum”, cioè l’Eucaristia domenicale, sotto la guida del presbitero Saturnino, essi sono condotti davanti al proconsole Anulino. Questi così si rivolge a Saturnino nell’interrogatorio: “Hai agito contro le prescrizioni degli imperatori e dei Cesari radunando tutti costoro”. E il presbitero Saturnino, ispirato dallo Spirito del Signore rispose: “Abbiamo celebrato l’eucarestia domenicale (dominicum) senza preoccuparci di esse”. Il proconsole domandò: “Perché?”. Rispose: “Perché l’eucarestia domenicale non può essere tralasciata (non potest intermitti dominicum)” (Acta Saturnini, Dativi, et aliorum plurimorum martyrum in Africa IX).
Con questo non voglio esortare a contravvenire le leggi e andare a Messa. No! Manifesto il mio stupore di come si riesca facilmente a fare a meno della Messa, sostituendola con un contatto informatico, anche se qualcuno ha mandato la registrazione, sicuramente per un migliore prodotto.
Chiediamoci cos’è L’Eucarestia per essere così indispensabile, per desiderarla di più e attendere con passione l’ora in cui poter partecipare, senza trovarci con i carabinieri alla porta della chiesa.
Abbiamo detto che con la sua resurrezione e glorificazione l’umanità di Gesù riempie l’universo ed è sempre presente a ciascuno di noi. E’ come le onde magnetiche che portano le armonie più belle nell’atmosfera facendo dell’universo la più grande sala da concerto. Il mistero dell’Eucarestia è aprirci a questa presenza e farla circolare in noi. Gesù Cristo con la sua divinità e umanità è presente nella nostra casa, come lo sono le onde radiofoniche emesse dalla radio. La consacrazione è l’apertura della radio che permette di captare questa Presenza già offerta, ma su cui non abbiamo presa.
Non c’è da stupirci. L’intimità dell’anima, l’intimità di un essere non sta nelle mani. Si dà la mano per sentire l’amicizia, ma la nostra amicizia non è nelle dita della mano. Se il cuore è il simbolo della tenerezza sappiamo bene che la nostra amicizia è dove si trova la nostra persona, dov’è il nostro mistero, mistero che scopriamo soltanto quando si entra in un dialogo di luce e di amore con Dio. La nostra amicizia non possiamo sperimentarla che con l’amicizia, nel contatto con la propria intimità. Questa intimità si realizza nell’Eucarestia. Il nostro cuore si apre al Signore, che è l’amore universale, e diviene un cuore senza frontiere, come il Cuore di Cristo. Ignazio di Antiochia diceva che l’Eucarestia è l’Amore e nel linguaggio di Giovanni della Croce “La fiamma viva di amore”, dove si incontrano il Cuore di Cristo e il cuore della Chiesa. Comprendere questo è di capitale importanza, perché l’Eucarestia non è mai qualcosa di privato. La Messa è sempre universale. Comunicarsi è aprirsi totalmente e infinitamente all’amore di Cristo, che ci apre senza limiti all’umanità. Nella Comunione è Cristo che ci trasforma in Lui affinché la nostra vita sia carità. Ed è di questa carità che i fratelli hanno bisogno, una carità che parte da un cuore che ama. Altrimenti il bene che facciamo sarà soltanto “assistenza sociale”, mentre i fratelli hanno bisogno di essere amati. Ma non soltanto loro hanno bisogno, ma Cristo stesso cerca cuori umani che siano disponibili a trasmettere il Suo Amore.
Ecco perché “senza l’Eucarestia non possiamo vivere”! E in questo tempo in cui ci si chiede cosa faremo dopo la pandemia la risposta è pronta: “Faremo Eucarestia”, dove il Signore Gesù ci farà sentire la necessità di amarci come ci ha amato Lui.