Dov’è Dio?

Dov’è Dio? È la domanda che ci risuona dentro in questo tempo di pandemia. Mentre in altri tempi, analoghi al nostro, Dio diventava il naturale punto di riferimento oggi sembra sfrattato. Dove non si chiudono le chiese si esorta a non frequentarle in molti, quasi non ricevesse più di tanti, oppure fosse assente.
Dio c’è: si o no? E se c’è dov’è?

Ci risponde Gesù in Persona: certo che ci sono “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” e ci da l’indirizzo della sua abitazione: l’uomo, quindi tu, la tua persona. Ma dove in me?
I santi ci precisano il luogo della nostra persona in cui trovarlo. Sant’Agostino ci dice che è “Intimior intimo meo”, nell’intimità più profonda di me stesso, Santa Teresa di Avila immagina la nostra anima come una lunga serie di stanze e nell’ultima, nella settima, c’è Lui che ci aspetta. Caterina da Siena parla di una “celletta interiore” in cui abita. Un mistico musulmano ci dice “ Colui che i cieli e la terra non possono contenere si degna di abitare nel cuore di coloro che lo amano”.
L’uomo è l’abitazione di Dio ed è attraverso l’uomo che Dio si rende presente.
E’ più facile pensare ad una chiesa come l’abitazione di Dio e lo è ma unicamente perché ci siamo noi. San Bernardo in una sua omelia spiega: “ questa chiesa è sacra perché ci siete voi che siete santi perché abitati da Dio, voi siete santi perché siete abitati dall’anima che è abitata da Dio, la vostra anima è santa perchè è abitata da Dio.” Infatti se una chiesa cessa di essere frequentata dai fedeli viene sconsacrata, non è più casa di Dio. L’uomo è la vera casa del Signore.
Ogni mattina chiamo a telefono don Maurizio che da due settimane si trova allo “Spallanzani” in assoluto isolamento, isolato da tutto e da tutti, ma solo apparentemente perché con Lui c’è il Signore e con Lui tutti i suoi santi con cui in preghiera trascorre i suoi giorni in attesa della guarigione. La sua vita è identica a quella di un certosino o di un eremita camaldolese che volontariamente si isola dal mondo per incontrare personalmente Dio e vivere in preghiera per il mondo intero.
Se siamo abitati da Dio, se Dio è dentro di noi dovremmo pur sentirlo. Perché ancora non ci si accorge della sua presenza?
Perché Dio è un Signore e non disturba nessuno, è il Dio nascosto. Se si manifestasse cesseremo di vivere ma vive con noi per essere il compagno della nostra vita. Il modo per poterci accorgere di essere abitati da Lui c’è: accendere la nostra fede, perché “Dio abita per la fede nei nostri cuori”. La presenza di Dio in noi è come l’impianto elettrico, se non si apre l’interruttore è come se non ci fosse. L’interruttore è l’atto di fede che introduce l’elettricità e illumina la nostra vita della sua Presenza.
Per far questo serve silenzio e solitudine, bisogna fermarsi e disporsi all’incontro e lui, che sta alla tua porta e non aspetta altro che questo, per farsi sentire e scoprirai di non essere solo ma abitato da Dio.
Approfitta di questo tempo e consideralo un momento di Grazia. Non dissipare i tuoi giorni con la distrazione o con attività inutili o peggio ancora facendoti prendere dall’ozio ma fermati e scoprirai che la solitudine è l’abitazione di Dio e ripetendo “ Signore Gesù io credo in te, Signore, io credo ma aumenta la mia fede” chiedigli quello che vuole da te e avvia la conversazione sulla tua vita. Dio non sta aspettando che questo.
Scoprirai che il dialogo con Gesù Cristo presente in te è l’unica legge del cristiano e il luogo in cui avviene questo dialogo è la coscienza che è “ il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità” dice il Concilio Vaticano II.
Pensavi che l’abitazione di Dio fosse la Chiesa e invece hai imparato che è la persona umana, pensavi che il Vicario di Gesù Cristo fosse il Papa e invece il Santo Cardinale Newman ci ricorda che il “Primo Vicario di Cristo è la coscienza dell’uomo”.
Dio ci aspetta per parlare con noi. E’ presente in ogni uomo e dalla Stanza interiore in cui abita bussa perché ci accorgiamo della sua Presenza per dialogare personalmente, singolarmente come con Zaccheo quando si fece invitare in casa sua e la vita di Zaccheo cambiò.
In questo modo la pandemia può diventare l’occasione di un incontro che può essere quello fondamentale della tua vita.

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