I cristiani sanno bene che la quaresima è essenzialmente la preparazione alla Pasqua. Nella quaresima dei cristiani c’è una dimensione di tensione verso un avvenimento festivo, un cammino di pentimento e un rifiuto del peccato. Ultimamente l’esigenza della privazione del mangiare si è addolcita e si è più insistito sulla conversione interiore e la condivisione.
La feste dell’Islam, al contrario non hanno lo scopo di evocare la storia passata o un avvenire. Il Ramadan non è la preparazione ad una festa né il ricordo di un avvenimento, è una pratica comandata dal Corano (2,183-187) ma di cui nel testo non è dato né il simbolismo né il significato. Come per la maggior parte delle pratiche dell’Islam è la virtù dell’obbedienza che si esercita nel digiuno. Dinanzi a Dio l’uomo si mette al suo posto di umile adoratore.
Il mese di digiuno comporta per i musulmani una nuova attenzione al libro del Corano.
Non è una pratica facile per i musulmani recarsi cinque volte al giorno al luogo di culto allora il digiuno diventa la pratica principale del Ramadan. “Io sono musulmano…Io faccio il Ramadan…” rispondono la maggior parte dei musulmani “credenti ma non praticanti”.
Per l’Islam digiunare non è facile: durante tutta la giornata astenersi dal mangiare, dal bere e da ogni attività sessuale. Durante la notte riprende la vita fisica con i suoi diritti. La rottura del digiuno da occasione a dei pasti migliori che le famiglie consumano con le famiglie vicine. Prima dell’alba un piccolo pasto prepara al digiuno della giornata di astinenza. Spesso il Ramadan è un’occasione di più grande fervore, di più lunghe preghiere e di insegnamenti nelle moschee.
Noi cristiani non abbiamo da far gara con i musulmani a chi digiuna di più, ci troviamo in contradizione col Corano: “Il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”(Mt 11,30).
Il digiuno sia per i musulmani che per i cristiani non è uno sport in cui entrano in competizione. Il Corano prescrivendo il digiuno aggiunge “Così temete più Dio” e i cristiani non possono dimenticare: “E’ per grazia che siete stati salvati…e questo non viene da voi ma è un dono di Dio.” Per l’Islam come per i cristiani il digiuno deve restare un modo per accogliere il dono, il perdono di Dio.
Sia l’Islam come il cristianesimo ci fa capire che Dio non vuole degli acrobati ma dei credenti, e non si lascia sedurre dai nostri sforzi ma si dona alla nostra debolezza.