L’amore tra gli sposi può invecchiare?

Risposta 6

Anche l’amore tra gli sposi può invecchiare. Come tutto ciò che è destinato a crescere corre il rischio dell’invecchiamento che non produce gli effetti del vino che migliora ma peggiora.
Sono poche le coppie che non siano passate attraverso la tentazione di rinnovarsi facendosi una moglie nuova o un nuovo marito, anche riciclato, ma diverso. Abbiamo letto questi giorni l’affermazione di chi aveva trovato una soluzione, ovviamente non giusta, ma capace di far sopravvivere “Non sono un marito fedele ma devoto”, certamente la devozione costa meno della fedeltà. Anche l’amore coniugale ha le sue stagioni e può crescere e rinnovarsi oppure venir meno.

Soprattutto nella famiglia intervengono elementi nuovi: i figli che mentre sono frutto dell’amore possono rappresentare una difficoltà. I figli non vogliono essere amati per se stessi, tenuti sotto il riflettore accecante dell’amore, ma vogliono respirare in famiglia il clima, l’atmosfera dell’amore dei genitori. L’amore potrebbe diventare deviante o addirittura omicida. I figli hanno bisogno di un amore indiretto non diretto e asfissiante. Se l’amore per i figli è totalizzante i problemi appaiono quando reclamano la loro libertà per fare le proprie scelte, farsi una famiglia ecc.
Tutte queste situazioni devono essere l’occasione per i coniugi di crescere nell’amore non per invecchiare. Quando poi i figli se ne sono andati si verifica che i genitori restano sono ancora giovani, purtroppo pensionati, ma la coppia produce più amore di quanto non ne consuma e allora scoppia, salta, cercando, illudendosi, forme alternative e illusorie anziché investire l’amore in opere di volontariato e in azioni di carità che più che di servizio hanno bisogno di amore. Quando si forma una nuova famiglia la Chiesa ripete la parola di Dio “Crescete e moltiplicatevi” non “Crescete e invecchiate per poi morire”. Se fosse così sarebbe davvero triste.

Qual’ è per una famiglia la strada per crescere e non invecchiare?
Un uomo e una donna si uniscono in matrimonio soprattutto per raggiungere insieme il fine per cui sono stati creati: andare verso Dio, glorificarlo e raggiungere insieme la pienezza della carità, cioè la santità. Lo dice chiaramente il Concilio Vaticano II “Gli sposi compiendo con la forza del sacramento del matrimonio il loro dovere coniugale e familiare, penetrati dalla Spirito di Cristo, tendono a raggiungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione, ed assieme rendono gloria a Dio.” (G et Sp 48). Camminare insieme verso Dio cercando di fare della loro vita e della loro famiglia una parabola evangelica in cui educare i figli che respirano cultura cristiana non mondana intrisa di egoismo e di superficialità.

La chiesa ci offre già esempi di famiglie sante che son cresciute e non invecchiate: a Roma la Famiglia Beltrame – Quattrocchi, in Francia la Famiglia Martin, la famiglia di Santa Teresa di Gesù Bambino e tante altre che la chiesa si dispone a glorificare e a presentare come modelli di vita evangelica. Alle famiglie Dio non fa mancar niente perché possano mantenersi giovani e crescere nell’amore. Non mancano le gioie ma neppure i dolori e la caratteristica familiare è che si gode insieme e si porta insieme la Croce. Anche in Paradiso le famiglie continuano a lavorare insieme, a pregare ed ottenere grazie e miracoli. Una delle caratteristiche infatti delle famiglie sante è che quando vengono beatificati due sposi non servono due miracoli ma uno soltanto perché si beatifica la coppia, non due persone. Si son fatti santi insieme e anche in Paradiso ottengono insieme le grazie per chi li prega. Bella proposta per gli sposi “Pago uno e prendo due”. Auguri.

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