Che pensi del massacro dello Sri Lanka?

Risposta 15

Mi trovavo in un Eremo a trascorrere il Triduo pasquale dove mi ha raggiunto la notizia dell’attentato del giorno di Pasqua. E’ la tragedia del Calvario che continua col suo dramma e il suo mistero. La domanda che rifrulla per la testa è quella che tormentava il Card. Martini: perché la sofferenza? Se ha sofferto il Figlio di Dio? Che necessità c’era di soffrire anche noi, non bastava la Sua?

Siamo dinanzi al mistero del martirio che il Concilio Vaticano II ha detto dover essere il desiderio di tutti anche se è soltanto il premio di qualcuno. Parole terribili ma vere se pensiamo che martire è colui che ha amato Cristo più di se stesso, della sua stessa vita. E dinanzi alla morte non ci sono vie uscite. La morte è la prova suprema di fede e di amore. Concludeva Martini, riconciliandosi alla fine della vita con la morte. “ Non c’è nessuna possibilità di fare un atto di fede puro come dinanzi alla morte perché in tutte le altre situazioni c’è sempre una uscita di sicurezza”.
Andare a Messa e trovare la morte, andare a Messa pur sapendo di rischiare la vita. Su questo deve interrogarci la testimonianza dei nostri fratelli uccisi per partecipare al Sacrificio di Cristo dal momento che la partecipazione alla Messa festiva dei cristiane è così ridotta e tante volte distratta. Questi martiri ci gridano la loro fede e ci rappresentano presso Dio che sul Calvario di ogni chiesa ogni giorno rinnova il Sacrificio di Suo Figlio. Dio non ci ha amato per scherzo e da noi vuole, non dico altrattanto, ma sicuramente molta serietà.
Vedere poi quelle bare avvolte di bianco deposte insieme in una unica fossa mi si è risvegliato la fede nella Resurrezione. Non è possibile che tanto Amore finisca così: c’è sicuramente un futuro immediato e finale quando non saranno più le bare avvolte in bianche vesti ma i loro corpi che seguono l’Agnello, ovumque egli vada immolato e vivente, vestito di bianco.
Da poco è stato pubblicato l’annuario pontificio che porta le statistiche della Chiesa cattolica e stupisce vedere il numero di certe categorie in calo come i sacerdoti e i religiosi. Vorrei proporre di mettere alla fine una serie di pagine bianche con il titolo di Tertulliano “Non possiamo contare i martiri”. Ogni giorno quel numero si allunga ed è quello che, nonostante i “tempi difficili” che stiamo vivendo la Sposa di Cristo è sempre santa e Immacolata senza ruga e senza macchia perché l’amore supera di gran lunga il nostro peccato.
In questi giorni è stato più volte rimproverato al Papa di non aver tuonato contro L’Islam. Sono ancora sotto la luce abbagliante dei martiri di Tiberine con il testamento del Priore dei trappisti martirizzati Christian de Chergè: “Non vedo come potrei gioire che questo popolo che io amo sia indistintamente accusato del mio assassinio. Sarebbe un prezzo troppo caro, per quella che , forse chiameranno, la grazia del martirio, doverla ad un algerino, chiunque egli sia, soprattutto se dice di agire in fedeltà a ciò che crede essere l’Islam….. So anche le caricature dell’Islam che un certo islamismo incoraggia. Sul filo del vangelo ho imparato sulle ginocchia di mia madre, la mia “primissima chiesa” il rispetto dei credenti musulmani”.

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