Quale speranza?

La paura della morte e la presenza del male nella creazione è un aspetto che riguarda la speranza. Il male che si presenta a più riprese: subire le malevolenze attraverso umiliazioni e calunnie, cadere nella malattia o essere sopraffatti da delle disgrazie come un’alluvione o un incendio di cui non si capisce la causa può facilmente mettere in crisi la fiducia nella vita.

Il male può prendere dimensioni spettacolari (cinema, spettacoli) o può essere drammatizzato attraverso strategie varie o anche insinuarsi discretamente nel corpo sociale attraverso micro realizzazioni o le microviolenze di tutti i giorni.
La Bibbia ci parla del nucleo centrale del male che è “ la menzogna radicale” che insinua che la vita che abbiamo ricevuta e la promessa che essa veicola sono delle fiabe e quando la sfiducia si insinua nella vita relazionale può fare una vera opera distruttrice. Come può la menzogna aver preso il sopravvento generando effetti diabolici?
Solo con la liberazione dalla paura e dal fascino che esercitano i limiti dell’esistenza possiamo fare l’esperienza elementare della vita libera dalla menzogna e dai suoi effetti.
La missione di Cristo è quella di aprirci la dimensione abissale del dono gratuito della vita che per il peccatore che crede e che ha fiducia è l’ingresso nell’infinita misericordia del donatore ricevendo da Lui la grazia di ricominciare a respirare. “Non c’è nessuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù… Io ritengo infatti che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Rom 8)
Ma c’è un secondo aspetto specifico della Speranza dinanzi alla malattia e alle disgrazie: è nella possibilità di entrare nelle malattie senza il senso di colpa e la certezza di potere essere liberati “dalle sofferenze del tempo presente”.
La speranza è sostenuta anche dal rapporto del credente con la creazione che se è anche falsato e turbato dal peccato dell’uomo che produce nei confronti della creazione un atteggiamento di dominio disordinato, la creazione, scrive San Paolo , è stata liberata da Colui che l’ha creata e mantiene la speranza di essere liberata dalla schiavitù della corruzione per aver parte alla libertà e alla gloria dei figli di Dio.
Il peso della vita che provoca gemiti interiori provocati dalle sofferenze di questo tempo e dal desiderio cristico di vivere “lo spirito di figli” può appoggiarsi sui gemiti della creazione tutta intera. L’Apostolo aggiunge una terza voce, quella dello Spirito stesso di Dio che abita il cuore dell’uomo e tutta la creazione: “Così lo Spirito viene incontro alla nostra debolezza perché non sappiamo neppur pregare come si deve ma lo Spirito intercede per noi con gemiti inesprimibili: e Colui che scruta i cuori sa quali sono le intenzioni dello Spiritio: è secondo Dio che lo Spirto intercede per i santi.” (Rom 8,26)
Il donatore di questa speranza è Dio che essendo il Donatore gratuito della vita è necessariamente anche il donatore della speranza per poter vivere.
Chi è questo Dio? E’ il Dio della speranza umana, un Dio che ha il suo posto nell’apertura beatificante dell’avvenire totalmente incerto del genere umano su un piccolo pianeta sperso nell’immensità dell’universo. L’immagine di San Paolo di “Un Dio che risuscita i morti” può farci pensare ad un Dio che non ha alcun programma.
Per poter rimanere puro dono che non condiziona la libertà dell’uomo che lo riceve; questo donatore rimane nascosto.
Il prodigioso sviluppo della scienza umana dinanzi alle nuove scoperte delle meraviglie del creato mettono l’uomo dinanzi alle bio-scienze e alla tecnica che fa delle scoperte senza che appaia un Dio silenzioso e non intervenzionalista.
Dio è per il cristiano la ragione e il fondamento della sua speranza che rimane anche nel cuore del male e della violenza perché “la speranza non delude”. (Rom 5,5)

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