E’ sicuramente un problema per coloro che si propongono di evangelizzazione: da dove cominciare? Spesso si confonde l’evangelizzazione con il catechismo per cui ci si immagina di dover affrontare il campo che ci è affidato con in mano il catechismo della Chiesa Cattolica con i suoi oltre 2000 articoli oppure scegliere un buon testo di catechesi da far digerire ai nuovi arrivati.
Il Concilio ci da alcune regole per partire: l’annuncio non deve ostacolare il dialogo con i fratelli, deve essere esposta integralmente la nostra dottrina, i teologi procedano con amore della verità con carità e umiltà e soprattutto è necessario un ordine delle verità da proporre; una vera gerarchia delle verità della dottrina cattolica e una volta prevista la via da seguire procedere con emulazione fraterna ad una conoscenza profonda delle insondabili ricchezze di Cristo. Proprio a questo deve portare l’annuncio del vangelo perché tutte le ricchezze della fede sono orientate alla conoscenza di Cristo. E’ San paolo che ci racconta il suo progetto di evangelizzazione: “A me , che sono l’infimo tra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunciare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual’ è l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell’universo” (Ef 3,8) Papa Francesco ne parla nel’ “Evangelii gaudium”, mettendo in guardia dal pericolo che i media mutilino il messaggio riducendolo ad alcuni suoi aspetti secondari che “pur essendo rilevanti, per se soli, non manifestano il cuore del messaggio di Gesù Cristo”. Il Papa continua “Quando si assume un obiettivo pastorale o uno stile missionario, che realmente arrivi a tutti senza eccezioni né esclusioni, l’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta diventa più convincente e radiosa”(E.G. 35).
Tutte le verità rivelate vengono da Dio e sono credute con la medesima fede ma alcune sono più importanti per esprimere più direttamente il cuore del vangelo. Tra di esse chiaramente il “nucleo fondamentale che risplende è la bellezza dell’amore salvifico di Dio che si è manifestato in Gesù Cristo morto e risorto”
Credo che questa riflessione ci proponga di verificare anche i temi della nostra predicazione e i gusti con cui si ascolta. Non è raro che si dia una prevalenza alla dimensione morale della fede o alla dimensione sociale tanto da far apparire il cristianesimo come una morale.
Certamente è molto più facile parlare di ciò che si deve fare, magari condito con una buona dose di psicologia, che annunciare che Gesù è l’unico Salvatore dell’uomo anche perché parlare dell’uomo dei suoi vizi e peccati è facile perché è l’esperienza di tutti i giorni che, colorita dalla loquela di un buon oratore, può essere anche divertente ascoltare mentre parlare di Gesù e delle “imperscrutabili ricchezze di Cristo” come San Paolo è necessario averle scoperte personalmente, il che vuol dire che è necessario essere testimoni.
Non temo a dare il consiglio di cominciare la propria evangelizzazione da quelle verità che costituiscono la sostanza della propria vita cristiana dal momento che il nostro parlare deve essere sempre fecondato dall’azione dello Spirito santo che è il principale attore della conversione e che soltanto Lui può rivelare l’amore del Figlio.