Il venticinque marzo segna la “pienezza dei tempi”, è l’inizio della fine dell’attesa della salvezza: tutto quello che era avvenuto fino a quel momento era semplicemente un anticipo, un segno di quello che doveva avvenire: la venuta di Dio stesso a salvare l’uomo.
Tutta la storia poggia su quel momento fatidico in cui una ragazza interpellata ha accettato di diventare misteriosamente la madre di Dio, Da quel momento ricomincia tutto, tutta la storia: I fiorentini avevano capito e il loro calendario non cominciava per Natale ma “ab incarnatione Verbi” dall’incarnazione del Verbo.
Da quel momento la nostra fede si riassume in tre semplici Parole “Verbum caro factum est” , Il verbo si è fatto carne. Questa è la verità che caratterizza la fede cristiana e fa la differenza con tutte le altre credenze. I cristiani sono coloro che credono che Dio è diventato uomo. Su questo punto non si discute né si dialoga: è la verità fondante la nostra fede.
Una volta ammessa questa verità è ovvio chiedersi chi è per i cristiani la Persona più importante dopo Cristo: la donna che lo ha partorito, nessuno è più grande e importante di Maria per la nostra fede. E’ l’umanità che ha offerto il suo seno, Colei che ha detto il suo SI per sempre a Dio, Colei di cui Dio si è fidato affidando a Lei suo figlio non soltanto perché lo generasse ma anche lo educasse e lo accompagnasse per tutta la sua vita terrena fino alla morte. IL giorno dell’Annunciazione il seno di Maria diventa il centro dell’universo e dell’umanità. IL suo seno è la presenza di Dio in persona, “non il Dio dei filosofi, scrive Pascal nel suo memoriale, ma il Dio di Abramo , di Isacco e di Giacobbe” Appunto il Dio di Gesù Cristo.
Oggi Dio diventa Gesù Cristo e Lui è tutto,” Colui per mezzo del quale sono state create tutte le cose e in Lui sussistono”. Per questo è l’unico riferimento dell’uomo, la Parola determinante che Dio ci ha detto. Anzi, chiedere altro a Dio è offenderlo, direbbe Giovanni della Croce, perché in Gesù ci ha già detto e donato tutto.
Da oggi mancano nove mesi a Natale, comincia il tempo in cui contemplandolo addirittura allo stato fetale dobbiamo sforzarci ad avere “gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù che pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio essere come Dio ma svuotò se stesso, assumendo la condizione di servo diventando simile agli uomini.”. (Fil 2, 5-7)