III Stazione: Gesù cade sotto la Croce

Era quanto poteva accadere ad uno con la braccia legate alla parte trasversale di quella che sarebbe diventata la Croce dopo i primi passi, sotto quel peso.

Cominciamo a contemplare Gesù con la sguardo di Maria  e quello del Centurione che giunto sul Calvario fu il primo a dichiarare: “Quest’uomo è davvero il Figlio di Dio”. Il Corpo di Gesù crolla pesantemente e dolorosamente a terra, aderendo completamente al suolo, sotto il peso della Croce.

Il sangue che esce dalla piaghe della flagellazione e il sudore della fatica impregnano il suolo. Quel sangue e quel sudore hanno santificato tutto l’universo, lo hanno redento, essendo sangue e sudore divini. Mentre intorno a lui c’era il chiasso dei curiosi, Gesù col suo dolore realizzava la Redenzione.

Da allora tutto il creato è santo, perché riscattato dal sangue prezioso di Cristo. Tutto il mondo è cristiano. Gesù è il salvatore dell’universo.

Questa immagine di Cristo che abbraccia l’universo e lo salva è l’immagine dell’uomo a cui Dio disse: “Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in  polvere ritornerai” (Gen 3,19).

Penso alle sofferenze dell’uomo per migliorare l’universo, alla sua fatica per renderlo più bello, ma anche all’incoscienza con cui ha distrutto le meraviglie della natura.

Penso alla bellezza dei paesaggi naturali della Sardegna, dove ancora la natura incolta sembra uscita da poco dalle mani di Dio, vestita della meravigliosa vegetazione mediterranea e anche alla bellissima campagna toscana, tutta cangiante delle varie modalità di verde con i suoi vigneti e oliveti, punteggiati dall’intensità del verde dei cipressi, capolavoro dell’uomo che ha collaborato davvero in  maniera intelligente con Dio alla creazione. Il criterio della bellezza è sempre stato proprio della natura, che per questo “canta la gloria di Dio”.

In  Gesù Cristo che abbraccia la terra vedo l’abbraccio del Padre che ci rivela e ci insegna l’amore con cui  trattare le sue creature. Il compito di ogni uomo è quello di migliorare la terra. Giunti al momento di lasciarla, ciascuno deve chiedersi cosa lascia dietro di sé, come Michelangelo si chiedeva cosa lasciava in Vaticano.

Ogni creatura è un artista nel grande atelier del creato  e deve continuare l’opera del Creatore e del Redentore.

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